Nati-mortalità delle piccole e medie imprese della provincia di Ragusa Il Centro studi della Cna territoriale fa il punto: “Iscrizioni in flessione e aumento delle cessazioni. E’ il trauma determinato dalla pandemia”

Lun, 13/02/2023 - 14:59
Cna studi

 

  A distanza di tre anni, dopo il trauma determinato dalla pandemia, il bilancio tra natalità e mortalità delle imprese nella nostra provincia mostra ancora delle piccole difficoltà. Al 31 dicembre 2022 sono 38.063 le imprese iscritte presso la sede di Ragusa della Camera di commercio, di queste 6.253 sono artigiane e incidono per 16,4% del totale. E’ quanto rileva il centro studi della Cna territoriale di Ragusa nell’ultimo report che focalizza l’attenzione sull’economia locale. “Analizzando i dati relativi a iscrizioni e cancellazioni dell’anno appena concluso – spiega il coordinatore del centro studi, Giorgio Stracquadanio – emerge come il saldo, se pur positivo (+134), è comunque inferiore al dato del 2021 (+554) e del 2020 (+408). Il dato è determinato da una flessione delle iscrizioni (1.532 rispetto alle 1.828 del 2021 e alle 1.802 del 2020) e da un aumento delle cessazioni (1.398 rispetto alle 1.274 del 2021 e alle 1.394 del 2020)”. I settori che nel corso del 2022 hanno continuato a mostrare una crescita significativa sono: le costruzioni (+135), i servizi (+84) e, in misura minore, l'industria manifatturiera (+36). Il comparto che da tempo mostra, invece, una sorta di stasi, dopo un periodo di crisi significativa, è l'agricoltura (dalle 9.357 imprese del 2013 alle 9.140 del 2022). Infine, il settore che continua a vivere una difficoltà consistente, che si può oramai definire strutturale, è il commercio al dettaglio (-69), essendo passato dalle 5.348 imprese del 2013 alle 5.079 del 2022. Numeri e andamenti diversi invece per quanto riguarda il settore dell'artigianato. “Gli ultimi tre anni, dal 2020 al 2022 – sottolinea Gianfranco Motta, componente del centro studi – mostrano dei saldi, tra iscrizioni e cessazioni, positivi. Infatti, nel 2020 si hanno 345 iscrizioni e 304 cancellazioni, con un saldo positivo di più 41 attività. Nel 2021, le 330 iscrizioni e le 279 cancellazioni determinano un saldo positivo di 51 attività. Nel 2022 si hanno 312 iscrizioni e 269 cancellazioni con un saldo di 43 imprese in più. Emerge con chiarezza come nel periodo 2013-2020 il settore sia stato in forte difficoltà con saldi negativi nella differenza iscrizioni cancellazioni”. In conclusione, complessivamente il tasso di crescita del 2022 presenta risultati positivi ma più contenuti rispetto al 2021. Infatti, mentre l'anno precedente risultavano iscritte 37.929 attività, al 31 dicembre 2022 risultano iscritte al registro delle imprese della sede di Ragusa della Camera di Commercio 38.063 attività. “Il settore delle costruzioni – afferma Vito D’Antona, altro componente dell’organismo – con un +135 imprese rispetto al 2021 è quello che nel 2022 ha fatto registrare gli aumenti maggiori. Questo perché risente ancora della spinta propulsiva data dai bonus in edilizia”. Il commercio al dettaglio continua, purtroppo, a chiudere in rosso con -69 attività rispetto al 2021. Molto probabilmente l'aumento esponenziale, soprattutto nel periodo Covid, degli acquisti tramite le piattaforme di commercio online da un lato e la crisi legata al caro energia dall'altro, ha accelerato le difficoltà che il settore vive già da tempo. L'agricoltura continua ad essere il settore principale del nostro territorio ma dopo un periodo di difficoltà sta vivendo, da circa un decennio, un momento di stallo. E' importante far notare come alla rilevante flessione del numero del imprese agricole, soprattutto nel periodo 2011-2019, corrisponde una flessione contenuta della superficie agricola utilizzata (Sau) e della Superficie agricola totale (Sat). Tale dato è evidenziato già nel 6° censimento generale dell'agricoltura, e trova conferma anche nel 7°. Questo significa che anche nel nostro territorio è in atto una sorta di ricomposizione fondiaria che vede la scomparsa delle piccole imprese agricole ma le superfici coltivate rimangono quasi invariate. “Invece, per ciò che riguarda l'artigianato ibleo – conclude Stracquadanio – i dati confermano che dalla metà del 2019 il settore è uscito da una fase di profonda crisi. Infatti, per circa un decennio è stato caratterizzato da saldi delle iscrizioni e delle cancellazioni negativi. L'intero comparto, lentamente, sta ritornando ad essere un punto di riferimento e si comincia a percepire lo stesso non più come un luogo con poca innovazione e incapace a promuovere il territorio, ma al contrario come un settore in grado di fornire prodotti e servizi di alta qualità, con un alto grado di personalizzazione e soprattutto legato il più possibile al territorio”.  
Ufficio Stampa
Giorgio Liuzzo